Qualcuno pensava che la prima legge di Moore che afferma che “la complessità di un microcircuito, misurata ad esempio tramite il numero di transistori per chip, raddoppia ogni 18 mesi” prima o poi dovesse essere smentita dai fatti. E invece no: la capacità computazionale di dispositivi, sistemi informatici e mezzi di trasmissione dei dati continua ad aumentare a dismisura. Presupposto a quella che viene definita intelligenza artificiale (AI) e che, di conserto, sta compiendo passi da gigante con applicazioni in tantissimi campi, dalle automobile senza conducente, alla diagnostica ed alla ricerca in campo medico.

Tutte ricadute sicuramente positive che fanno seguito a quelle altrettanto positive che la scienza e la tecnologia ci hanno portato negli ultimi decenni. In fondo, per la maggior parte degli abitanti della Terra la durata e la qualità della vita, il livello di istruzione e il benessere non sono mai stati così alti. Certo, con una serie di problemi ancora da risolvere (come, ad esempio, l’inquinamento e lo sfruttamento delle risorse del pianeta) ma con un saldo, in ogni caso, sicuramente positivo. E con prospettive di sviluppo ancora più incoraggianti, grazie proprio a questa inarrestabile avanzata tecnologica. Ma che per qualcuno potrebbe aprire scenari inquietanti.

Nell’ultimo anno infatti, proprio da parte di alcuni dei più convinti sostenitori delle ricadute positive della tecnologia, da Elon Musk a Bill Gates, sono venuti appelli sui potenziali rischi dello sviluppo senza freni dell’intelligenza artificiale. Pur senza tirare in ballo il computer Hal 9000 di 2001:Odissea nello Spazio, Musk ha più volte ripetuto che, come nel caso della manipolazione del genoma umano, è necessario una più approfondita conoscenza di quali saranno le conseguenze del dispiegamento indiscriminato di simili tecnologie.

E proprio per questo ha dato vita, insieme a numerosi altri imprenditori della Silicon Valley, all’iniziativa OpenAI con l’obiettivo di far progredire l’AI a beneficio dell’intera umanità. Uno spazio di attenzione e riflessione sulle più avanzate e, potenzialmente pericolose, applicazioni dell’intelligenza artificiale. Avendo ben presente che lo sviluppo tecnologico e la ricerca scientifica hanno un senso solo se vanno a beneficio dell’intera umanità.

Un’iniziativa, quella di Elon Musk, che dimostra che, se anche l’intelligenza artificiale diventerà realtà, dovrà sempre fare i conti con l’intelligenza umana.

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