Metodo Re.Vo.Dis.System®

Metodo Re.Vo.Dis.System®

Da una decina di anni, le nostre applicazioni audioprotesiche si basano su criteri nuovissimi di regolazione degli apparecchi acustici, attenendosi ad un protocollo di regolazione da noi ottimizzato negli anni, attraverso l’ausilio di strumentazioni innovative come le otoemissioni acustiche e l’analizzatore di spettro. E’ grazie anche a Re.Vo.Dis.System® che permette di ottimizzare ulteriormente il risultato neuronale.

Re.Vo.Dis.System® (Rehabilitative Vocal Discrimination System) è un sistema di nostra creazione che permette di migliorare il risultato audioprotesico. È risaputo il fatto che per applicazioni tardive degli apparecchi acustici il risultato uditivo risulta ancora non soddisfacente, continuando a perdere molte delle parole o dei discorsi. Và chiarito, non è sempre colpa degli apparecchi acustici, infatti qualora la scelta di quest’ultimi sia idonea e lo sia anche la regolazione effettuata dall’Audioprotesista, le inefficienze uditive ancora lamentate dal paziente, dipendono dalla Deprivazione Acustica causata da una tardiva applicazione audioprotesica. La capacità neuronale costituita da miliardi di cellule cerebrali deputate all’elaborazione della parola, per molto tempo non è stata stimolata sufficientemente andando a compromettere l’elasticità plastica di elaborazione del suono nel decodificare un messaggio di senso compiuto. In una situazione simile molte delle cellule neuronali, si sono impigrite o atrofizzate mortificando la rete neurale uditiva.

Molto spesso accade che stando per molto tempo sotto la soglia uditiva di guardia, il cervello inizia ad accumulare degli errori mnemonici su alcuni fonemi sonori, andando a rinforzare dei rami sinaptici neuronali basati su un reale errore di acquisizione del suono. In parole semplici se il paziente è sottoposto all’ascolto della parola “Selce” e lui capisce “Felce“, a livello cerebrale gradualmente va a dare per scontato che ogni volta si presenti il fonema “Se..” lui capisca “Fe..”. La cosa buffa è che pur applicando l’apparecchio acustico, il paziente continui a capire una cosa per un’altra. Questo mistero è spiegabile in virtù dell’errore mnemonico acquisito con gli anni per non aver applicato gli apparecchi acustici tempestivamente.

Noi di Udifarm che sappiamo perfettamente il motivo per cui accada tutto questo, ci battiamo da molti anni a divulgare la necessità di protesizzazione acustica fin dall’origine, cioè da quando la soglia uditiva tonale scende sotto il limite dei 30 dB, avendone conferma del disagio misurato con l’esame vocale. Intervenire così, “prematuramente per molti“, in realtà previene un decadimento veloce e mantiene elastico il tessuto cerebrale per non incorrere negli errori mnemonici.

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