Negli attuali apparecchi acustici i microfoni indirizzati in una certa direzione, sono in grado, di eliminare il rumore di fondo soprattutto dal famoso rumore detto “Cocktail Party” ma non sono in grado di poter riconoscere ed escludere la voce di un interlocutore rispetto ad un altra e rispetto al rumore.

Uno studio è riuscito a dimostrare come il cervello riesca a concentrarsi su un particolare suono, azzerando tutto il rumore circostante. Si chiama “effetto cocktail party” ed è quello che succede nel nostro cervello quando nel chiasso di festa riusciamo a concentrarci per ascoltare un preciso discorso, azzerando così tutto il rumore circostante.

Secondo uno studio della Columbia University, il nostro cervello elabora tutti i tipi di suono che le nostre orecchie percepiscono (quindi i segnali arrivano tutti alla corteccia uditiva), ma solo quelli su cui ci concentriamo raggiungono anche le aree del cervello coinvolte nell’ elaborazione del linguaggio e nel controllo dell’attenzione. I suoni su cui non prestiamo attenzione, invece, non raggiungono la nostra consapevolezza.

La ricerca che è stata condotta dagli studiosi della Columbia University, negli Stati Uniti, si è proposta di elaborare un sistema denominato AAD – Auditory Attention Decoding perfezionato in direzione di molteplici obiettivi scientifici:

– quello di percepire una banda sonora che sia composta da messaggi vocali emessi da una serie di interlocutori

– quello di separare le voci di quegli interlocutori

– quello di determinare su quale discorso viene proiettata l’attenzione dell’uditore affetto da perdite uditive che risulta oggetto della ricerca

-quello di amplificare unicamente quel parlato particolare di interesse del soggetto

I nuovi lavori che sono stati condotti presso la Columbia University, a questo punto, hanno invece portato la ricerca ad un passaggio ulteriore, rendendo in effetti possibile automatizzare la separazione delle differenti voci, pur senza disporre di ciascuna di esse in maniera separata. Prima che questo tipo di sistema possa essere impiegato nella tecnologia degli apparecchi acustici, tuttavia, i ricercatori dovranno in particolare ridurre i tempi necessari per l’elaborazione e la decodifica della sorgente sonora.

 

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