Un laser in grado di rilevare in pochi secondi la presenza di sostanze tossiche nei cibi direttamente sui banconi di mercati e supermercati, riuscendo a scoprire la presenza di sostanze tossiche quali l’istamina nel pesce, a causa di una cattiva conservazione, o l’adulterazione del latte in polvere con composti utilizzati generalmente per colle e plastiche come la melammina.
Il laser-antifrodi è stato sviluppato dai ricercatori del Centro di Frascati insieme a sei partner industriali nell’ambito del progetto triennale SAL@CQO finanziato con 3 milioni di euro dal Ministero dello Sviluppo Economico. Queste tecnologie anticontraffazione sono in grado anche di rilevare nei succhi di frutta l’aggiunta di acqua e dolcificanti non dichiarati in etichetta, nell’extravergine di oliva la presenza di olii vegetali a basso costo e nel vino un eccessivo contenuto di metanolo.
Il team di ricercatori ENEA guarda oltre e sta già testando strumenti portatili in cui il raggio laser possa viaggiare lungo una fibra ottica o venga addirittura sostituito da un LED. Ma non esclude di creare anche sistemi miniaturizzati e app per smartphone che permettano al consumatore di fare in pochi secondi uno screening del cibo che si sta per acquistare, per sapere se è di qualità e se è stato conservato bene, rispettando ad esempio la catena del freddo come nel caso dei surgelati. “Attualmente – aggiunge la ricercatrice Adriana Puiu – non esistono in commercio strumenti con queste caratteristiche, cosicché i controlli anti-frode si basano su analisi di laboratorio complesse che richiedono tempi lunghi, strumentazioni costose e personale specializzato. I risultati del nostro progetto fanno ben sperare di arrivare a breve a controlli di qualità rapidi, affidabili e di semplice esecuzione”.