I ricercatori della Washington University hanno dimostrato che la somministrazione di eNAMPT in topi più vecchi sembra essere una via per aumentare la produzione di carburante NDA e rallentare l’invecchiamento. I topi più anziani hanno infatti mostrato marcati miglioramenti della salute, tra cui una maggiore attività fisica e un sonno migliore. I topi che avevano ricevuto un’iniezione di enzima eNAMPT hanno dimostrato di vivere 148 giorni in più, rispetto a quelli a cui non era stato somministrato nulla. Ma cosa provoca l‘invecchiamento del nostro corpo? ⚠️ Cosa lo può mantenere giovane? Forse risponderemmo, mangiare in modo sano o fare attività fisica o fare controlli frequenti dello stato di salute. Ma a livello biologico quale elemento chimico di preciso è in grado di incentivare le cellule a non morire per garantire la corretta funzionalità?

Ebbene la sostanza si chiama nicotinammide adenina dinucleotide (NDA) ed è una proteina prodotta dal nostro ipotalamo, una parte del cervello specializzata anche nella regolazione del metabolismo, grazie all’intervento di un enzima chiamato eNAMPT. ✅ Con il passare degli anni, cala il livello di eNAMPT nell’organismo e inizia il processo di invecchiamento. Questa sostanza tende a calare all’interno del nostro organismo con il passare degli anni e questo vale praticamente per tutti gli esseri viventi: uomini, animali e piante. Con la diminuzione dell’eNAMPT, il nostro ipotalamo produrrà anche una minore quantità di proteina NDA che è il vero combustibile per le cellule e quindi il processo di invecchiamento prenderà forma attraverso i capelli che diventeranno sempre più bianchi, con la comparsa delle rughe e la pelle e i muscoli meno tonici e gli occhi diventeranno più vecchi. L’ipotalamo governa vari processi vitali come la temperatura corporea, la sete, il sonno, i ritmi circadiani e i livelli ormonali. Al diminuire dei livelli di eNAMPT nel sangue, l’ipotalamo perde la sua capacità di funzionare correttamente. Attraverso uno studio dell’Università di Washington, basato su un esperimento effettuato al momento solo sui topi, questa scoperta potrebbe rappresentare la chiave per un elisir di lunga vita. Gli animali presi in considerazioni dal Prof. Imai, erano tutti piuttosto anziani, ma senza altre caratteristiche distintive o particolari mutazioni genetiche.

Differentemente da gli altri studi basati sulla trasfusione di sangue intero da topi giovani a topi anziani, il gruppo di Imai ha aumentato i livelli di un singolo componente nel sangue l’eNAMPT, mostrando effetti di vasta portata, tra cui una migliore produzione di insulina, qualità del sonno, funzione dei fotorecettori nell’occhio, e la funzione cognitiva nelle prestazioni sui test di memoria, così come l’aumento del numero di corse su una ruota. I ricercatori hanno effettuato questi studi sui topi attraverso la somministrazione di dosi orali di una molecola chiamata NMN, la molecola chimica prodotta dell’enzima eNAMPT che è in fase di sperimentazione anche in studi clinici sull’uomo. Si è dimostrato che i livelli di eNAMPT nel sangue erano altamente in correlazione al numero di giorni vissuti dai topi.

Questa scoperta ci consentirebbe di vivere più anni, ma anche di condurre una vita più sana? E’ troppo presto per affermarlo perché questi sono i primi test che vengono realizzati sui topi ma è ancora necessario capire se questa procedura può funzionare anche sull’uomo.  I risultati però sono stati sorprendenti e oltre le aspettative dei ricercatori. La proteina in questione è l’enzima eNAMPT, che è fondamentale nel processo di produzione di energia nelle cellule. Anche nell’uomo l’enzima eNAMPT è presente nelle vescicole extracellulari e si sta iniziando ad indagare la correlazione del livello di questo enzima alla presenza di malattie nelle persone anziane e si pensa di integrare l’eNAMPT come terapia anti-invecchiamento.

 

 

Fonte: Cell Metabolism 13/6/2019

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