La caffeina è in grado di contrastare l’attività di un fattore di crescita noto con il nome di adenosine-A2AR che contribuisce (insieme ad altri fattori) allo sviluppo dell’epatocarcinoma cellulare (il tipo più comune di tumore del fegato): è la recente scoperta di uno studio presentato al congresso della società americana per lo studio delle malattie del fegato (AASLD) svoltosi a San Francisco.

Per arrivare a questo risultato gli autori dello studio hanno analizzato nel tempo i comportamenti alimentari di 90 persone affette da epatocarcinoma cellulare. Dalle analisi è emerso che nelle persone che consumavano almeno tre tazzine al giorno la probabilità che il tumore si ripresentasse era notevolmente ridotta rispetto a chi non ne consumava affatto. Partendo da questo dato gli scienziati della University Hospital di Lipsia (Germania) hanno cercato di capire il presunto legame tra caffè ed effetto protettivo. Analizzando in vitro le cellule tumorali gli autori dello studio hanno scoperto che la crescita di queste cellule è mediata – tra i tanti fattori in gioco – dalla presenza di un fattore di crescita noto con il nome di adenosine-A2AR. Diversi studi hanno dimostrato che dal punto di vista biochimico la caffeina è in grado di contrastare l’attività di questo fattore. Ecco spiegato dunque il possibile ruolo protettivo del caffè.

Un piccolo risultato che va a sommarsi alle numerose altre evidenze sul ruolo protettivo della bevanda e che testimonia ancora una volta del ruolo che la nostra dieta svolge nell’insorgenza (o nella prevenzione) dei tumori.
I risultati ottenuti dagli scienziati tedeschi sono comunque solo gli ultimi di una lunga serie. Già nell’ottobre 2013 uno studio pubblicato dalla rivista Clinical Gastroenterology and Hepatology, ad opera dei ricercatori italiani dell’Istituto Mario Negri di Milano, affermava che bere fino a 3 o 4 tazzine al giorno può far diminuire il rischio di sviluppare un tumore al fegato. Un’indicazione frutto dell’analisi di oltre 16 studi che hanno coinvolto complessivamente 3 mila casi di cancro.
Il consumo moderato di caffè ridurrebbe di circa il 40 percento il rischio di carcinoma epatocellulare, e se le tazzine sono più di tre il rischio diminuirebbe di più del 50%. Il meccanismo però, secondo gli autori, agirebbe in modo diverso rispetto a quello indicato dallo studio statunitense: uno dei fattori di rischio per il tumore del fegato è il diabete. Dal momento che la caffeina sembra avere effetti benefici su quest’ultima patologia, ecco spiegato il presunto effetto protettivo.

Attenzione però a non pensare che basti qualche tazzina di caffè per ridurre il rischio: i tumori primari del fegato sono infatti ampiamente evitabili attraverso la vaccinazione contro il virus dell’epatite B o eradicando con una terapia farmacologica il virus dell’epatite C. Non solo, anche la riduzione del consumo di alcol risulta essere fondamentale. Misure che se adottate potrebbero ridurre sensibilmente – molto di più del consumo di caffè – l’insorgenza di questo temibile tumore.

Fonte: www.fondazioneveronesi.it

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