Chi “sente le voci” potrebbe avere delle alterazioni cerebrali responsabili di un’errata connettività fra l’area sensoriale e quelle cognitiva. È la tesi di un recente studio svizzero che ha analizzato i nuclei talamici coinvolti nell’elaborazione sensoriale per capire quali siano le cause di allucinazioni uditive e schizofrenia.
Il talamo è la “porta” per le informazioni sensoriali che entrano nel cervello, e già da tempo la medicina sa che è da questa struttura del sistema nervoso centrale che dipendono alcuni “malfunzionamenti” alla base di disturbi come allucinazioni sensoriali e – nei casi più gravi – schizofrenia.

Le allucinazioni possono caratterizzare non solo il sistema visivo ma anche quello uditivo. Le allucinazioni uditive accadono quando una persona sente delle voci o altre tipologie di suoni senza che ci siano stimoli esterni. Sono una delle caratteristiche principali di vari disturbi neuropsichiatrici tra cui la schizofrenia. Come il cervello abbia un ruolo nelle allucinazioni uditive non è ancora ben chiaro.
Ora un nuovo studio, pubblicato su Biological Psychiatry: Cognitive Neuroscience and Neuroimaging, cerca di chiarire la questione.

Secondo i ricercatori dell’Università di Ginevra sarebbero in particolare lo sviluppo anormale dei nuclei talamici e un modello immaturo di connettività talamo-corticale a rappresentare alcune possibili cause di disturbi cerebrali come allucinazioni e schizofrenia.
Per dimostrarlo, i ricercatori hanno usato la risonanza magnetica per analizzare la connettività dei cervelli di 110 persone sane e di 120 persone con un disturbo genetico denominato sindrome da delezione 22q11.2 o DS (che mostrano un rischio più elevato di sviluppo di schizofrenia e di allucinazioni sensoriali). I ricercatori hanno analizzato il talamo e le sue connessioni trovando differenze in determinate regioni dei sotto-nuclei talamici.
I nuclei genicolati mediali e laterali che sono coinvolti nella trasmissione di informazioni sensoriali uditive e visive sono più piccoli nelle persone con 22q11.2 DS. Al contrario, i nuclei talamici che comunicano con la corteccia frontale, che è coinvolta nelle funzioni cognitive superiori, sono più grandi nei soggetti con DS 22q11.2 rispetto ai controlli sui sani. Inoltre, altri nuclei talamici si sono sviluppati in modo diverso nei due gruppi.
Dopo aver valutato la connettività funzionale all’interno del cervello, gli autori hanno anche scoperto che i soggetti con DS avevano una maggiore connettività tra nuclei genicolati mediali con la corteccia uditiva e altre aree di elaborazione del linguaggio. Perciò i ricercatori postulano che tale iper-connettività potrebbe essere alla base dell’attivazione di tali aree uditive a riposo, portando ad allucinazioni.

«Questi risultati forniscono una spiegazione meccanicistica dell’estrema probabilità di fenomeni allucinatori negli individui inclini a psicosi a causa della sindrome da delezione 22q11.2», spiega Valentina Mancini, a capo del team di ricerca. «Inoltre, lo studio delle interazioni evolutive tra talamo e corteccia può aiutare a identificare nuovi obiettivi di intervento per prevenire l’insorgere di sintomi psicotici negli individui a rischio a causa di condizioni genetiche o di un particolare stato clinico.»

Fonte: www.sciencedirect.com

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