La ringraziamo per la partecipazione all’Apple Hearing Study”: iniziava così l’email che i partecipanti allo studio di Apple sull’udito si sono visti recapitare nella casella di posta poco tempo fa. Per poi proseguire segnalando un bug dell’app che avrebbe portato alla raccolta di più dati del necessario (e soprattutto per una porzione di tempo più ampia di quella dichiarata all’inizio).

L’Apple Hearing Health Study è il primo del suo genere a raccogliere dati nel corso tempo per capire come l’esposizione quotidiana al suono possa avere un impatto sull’udito. Annunciato a settembre 2020 lo studio, condotto insieme all’Università del Michigan, ha l’obiettivo di esaminare fattori che incidono sulla salute dell’udito. I dati dello studio in questione saranno condivisi con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come contributo all’iniziativa Make Listening Safe.

Fino a qui tutto bene, se non fosse che alcune delle persone che hanno accettato di partecipare all’Apple Hearing Study hanno ricevuto un’email che le avvisava di un bug nell’app che ha portato ad una raccolta di dati in eccesso. Nella mail si spiega che l’acquisizione dei dati non è stata fatta all’infuori di quanto consentito ma è stata condotta all’infuori dei limiti di tempo ai quali i partecipanti hanno dato il loro consenso.

“Quando si è iscritto per partecipare allo studio, ha fornito il consenso per raccogliere determinati livelli sonori dalle cuffie, dei suoni ambientali, sulla frequenza cardiaca e dati sugli allenamenti”. […] “Questi dati sono raccolti per aiutare i ricercatori a comprendere l’esistenza di un collegamento tra esposizioni sonore a lungo termine e la salute dell’udito”. “Recentemente abbiamo appreso che, dopo l’avvio dello studio, a causa di un bug l’Apple Hearing Study ha involontariamente raccolto fino a 30 giorni di dati storici relativamente ai tipi di dati autorizzati. Lo studio raccoglie i dati solo dopo avere ottenuto il consenso dell’utente, ma nel modulo di consenso allo studio non era indicato che sarebbero stati raccolti dati storici.
Il bug è stato sistemato con l’aggiornamento dell’app e i dati storici ricevuti finora sono stati eliminati”.

Apple spiega che è come sempre impegnata nel salvaguardare la privacy dell’utente e che continuerà a monitorare e cancellare qualsiasi dato storico superfluo ricevuto finché non sarà aggiornata l’app dedicata alla ricerca.

Fonte: www.macitynet.it

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