Le candide distese di case ed edifici bianchi delle piccole isole greche, quel bianco abbacinante che tanto ci affascina nelle cartoline e dal vivo, è in realtà più che uno stratagemma estetico o frutto della tradizione: è piuttosto una intelligente strategia per il contenimento del caldo.

Intuitivamente sappiamo che durante l’estate, e nei luoghi eccezionalmente caldi, è consigliato indossare indumenti di colore chiaro per rimanere più freschi. Questo accade perché il bianco riflette la luce dei raggi solari, e di conseguenza assorbe una minore quantità di energia e di radiazioni termiche. Questo principio è assolutamente valido anche per le pareti e le superfici di edifici e abitazioni: per mantenere un ambiente il più fresco possibile durante la stagione calda è consigliato dipingere le pareti di bianco. Non è un caso, ovviamente, che l’edilizia dipinta di bianco si sia affermata soprattutto in quei paesi dove d’estate il caldo si fa più pressante.

Se fino a qualche tempo fa bisognava accontentarsi della classica vernice bianca, ora nei laboratori statunitensi della Purdue University è stata prodotta una vernice ancora più bianca, o meglio superbianca. Una vernice che è in grado di mantenere una superficie a una temperatura inferiore fino a 10,5°C durante la notte e 4,5°C durante il giorno rispetto all’ambiente circostante. E così risparmiare sull’uso dell’aria condizionata, producendo un minore impatto energetico.
Il segreto di questa vernice innovativa risiede in una sostanza in particolare: il solfato di bario. Un composto chimico – utilizzato per la realizzazione di cosmetici bianchi e carta fotografica – che ha la peculiarità di non assorbire la luce ultravioletta.

Le vernici bianche oggi a disposizione sul mercato hanno una capacità riflettente non superiore al 90%, mentre la nuova formulazione è in grado di riflettere ben il 98,1% dell’irraggiamento solare, assorbendo solo un quinto dell’energia rispetto alle vernici tradizionali (il 2% circa, rispetto al 10%). Il risparmio energetico che ne deriva è stimato in una potenza media di 117 watt al metro quadrato.

Da uno studio è emerso che utilizzare la vernice superbianca su tutti i tetti potrebbe ridurre l’emissione di anidride carbonica di una quantità compresa tra 600 milioni e 1,1 miliardi di tonnellate all’anno. Insomma, non è esagerato dire che il superbianco può essere un’arma in più a nostra disposizione contro cambiamento climatico e riscaldamento globale.

Tutto perfetto dunque? Per ora un MA c’è: i benefici derivanti dall’utilizzo di questa vernice tendono a diminuire nel caso in cui le pareti siano rovinate da smog, polvere, fuliggine, sporcizia o dalla semplice usura del tempo. Elementi che, di fatto, riducono la percentuale di riflettività della sostanza superbianca, riducendone l’efficacia. Per impedire questa degenerazione sarebbe necessario un frequente lavoro di manutenzione, vanificando il risparmio economico sull’energia elettrica. Insomma c’è ancora strada da fare per cercare di rendere il prodotto finale più funzionale.

 

Fonte: Purdue University

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