Dieci anni per rivoluzionare le comunicazioni: questa la promessa del 6G, sistema di trasmissione dati veloce e performante che, a quanto pare, sarà un’innovazione per lo più made in China.
Mentre ancora in Italia si discute (o si aspetta) il 5G, fa quasi sorridere la notizia che il 40% dei brevetti sul 6G sia appannaggio del Paese del Dragone.

Secondo una ricerca realizzata dal Nikkei e dal centro di ricerca giapponese Cyber Creative Institute, infatti, in Cina si lavora alacremente per la leadership dell’innovazione tecnologica in tutti i settori, ma in particolare in quello delle comunicazioni. Parlerebbe cinese, infatt,i il 40 per cento dei brevetti per il 6G, che dovrebbe debuttare commercialmente tra una decina di anni.

Stando a questi dati, dunque, lo sforzo fatto dall’ex presidente USA Donald Trump per bloccare l’avanzata di Huawei nel campo della tecnologia delle comunicazioni non ha impedito a Pechino di continuare a spingere sulla prossima generazione, mobilitando aziende e università. E, anzi, proprio Huawei ha annunciato che intende sviluppare il suo 6G a prescindere dal mantenimento o meno da parte degli Usa del bando nei suoi confronti.

Nello studio sono stati presi in considerazione 20mila richieste di brevetto per nove tecnologie chiave per lo sviluppo del 6G, tra le quale le tecnologie quantistiche e l’intelligenza artificiale. La Cina risulta aver presentato il 40,3 per cento delle richieste, seguita dagli Usa con il 35,2 per cento, il Giappone terzo con il 9,9 per cento, l’Europa quarta con l’8,9 per cento e la Corea del Sud quinta con il 4,2 per cento.

 

La stima è che la comunicazione mobile su reti 6G dovrebbe essere di 10 volte più rapida del 5G. Si tratta di uno sviluppo cruciale per la produzione di automobili a guida autonoma, realtà virtuale ad alto impatto e definizione e per la diffusione globale di internet anche nei più remoti recessi del pianeta.

Per quanto riguarda l’infrastruttura, la gran parte dei brevetti sono stati presentati da Huawei, seguita dalla compagnia della rete elettrica cinese State Grid Corporation of China e da China Aerospace Science and Technology. Anzi, proprio il settore aerospazio è uno dei più interessati allo sviluppo del 6G: giusto un anno fa l’Università della Scienza e Tecnologia elettronica della Cina ha spedito in orbita il primo satellite 6G mondiale.

 

Fonte: Askanews

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