Oggetti e persone riprodotte in tre dimensioni con le quali si può interagire a distanza come fossero presenti accanto a noi: gli ologrammi sono elementi ricorrenti nella produzione fantascientifica da decenni, divenuti realtà e usati in campo medico, dell’istruzione e della progettazione. Ma se c’è una cosa che oggetti e persone riprodotti sotto forma di ologramma ancora non riuscivano a fare è riprodurre la vera interazione tattile che si ha con gli oggetti fisici e le persone in carne ed ossa.

Almeno fino ad ora: un gruppo di ricercatori dell’Università di Glasgow ha infatti sviluppato degli “pseudo-ologrammi” che, sfruttando una tecnologia “aeroaptica“, permettono di ricreare sensazioni di contatto utilizzando getti d’aria. Sono perciò ologrammi che è possibile toccare, e per cui la sensazione tattile viene ricreata abbinando le rappresentazioni grafiche generate dal computer a getti d’aria diretti e controllati in maniera accurata.

Come ci sono riusciti? Ispirandosi a Pepper’s Ghost, una tecnica illusionistica nata nel XIX secolo che prevede una particolare configurazione di specchi per far sì che un’immagine bidimensionale sembri fluttuare a mezz’aria.
I ricercatori hanno disposto gli specchi in una configurazione “a piramide”, con un lato aperto. Lo spettatore/utente può inserire le proprie mani nel lato aperto per interagire con gli oggetti generati dal computer che sembrano fluttuare nello spazio all’interno della piramide. Al di sotto della piramide è stato collocato un sensore che traccia i movimenti delle mani e delle dita dell’utente, assieme ad un ugello che dirige i getti d’aria per creare sensazioni tattili anche complesse attraverso un algoritmo sviluppato ad hoc.

La prima dimostrazione delle capacità e del funzionamento di questo sistema “aeroaptico” è stata la proiezione interattiva di un pallone da basket virtuale, che può essere toccato e fatto rotolare e rimbalzare. Il feedback tattile è modulato sulla superficie virtuale del pallone, consentendo quindi all’utente di percepire sulle dita la forma arrotondata della palla quando rotola e l’impatto sulla mano quando, dopo il rimbalzo, torna indietro. L’aspetto sorprendente però è che la palla può essere spinta con una forza variabile, percependone la differenza al tatto.

L’obiettivo successivo dei ricercatori è quello di modificare la temperatura del flusso d’aria, così che l’utente possa percepire superfici fredde e calde, e di aggiungere una componente olfattiva al flusso, così che l’esperienza sensoriale possa arricchirsi di un’ulteriore percezione. Insomma, la realtà virtuale potrebbe presto diventare più reale di quanto si pensi.

 

Fonte: Wiley Online Library

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