Per un benessere psicofisico c’è bisogno di prendersi cura di sé stessi e seguire un sano stile di vita. Lo stesso vale quindi per mantenere in salute il proprio apparato uditivo.

Al di là di una corretta alimentazione, un’igiene costante delle orecchie, c’è sempre bisogno anche di effettuare controlli specialistici e quindi una buona prevenzione.

Purtroppo ci sono cose che possiamo controllare e altre che invece non sono sempre imputabili al nostro comportamento, come ad esempio l’inquinamento acustico.

 

Inquinamento acustico: di cosa si tratta

 

Prima di spiegare effettivamente cos’è l’inquinamento acustico, bisogna sapere cos’è e com’è fatto il suono. Si tratta del risultato delle onde sonore provocate dalle vibrazioni di una sorgente che si propagano nell’aria e vengono percepite dal nostro sistema acustico come sensazione sonora. La distinzione fisica tra un rumore, che solitamente provoca “fastidio” e un suono, consiste nella periodicità e nella regolarità di tali onde sonore, in quanto quelle del rumore sono irregolari e non sinusoidali.

Noi stessi percepiamo il rumore come una sensazione sgradita e non sempre lo stesso suono è percepito da ogni persona come accettabile o meno.

L’orecchio umano ha una sensibilità minima di 0 decibel con una frequenza del suono che va tra tra circa 16Hz e 20000Hz. Quando il valore dei decibel sale oltre i 100 dB e l’esposizione è ripetuta e prolungata per molto tempo, si possono verificare problemi in tutto il nostro organismo.

Esistono però delle situazioni in cui i decibel aumentano spropositatamente e anche se non creano disagi al momento, possono causare danni alle orecchie.

 

Decibel e valori ottimali di ascolto

 In generale, l’inquinamento è una condizione strettamente connessa alla crescita dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione. Può generare problemi in diversi ambienti a seconda degli agenti inquinanti. Quello acustico è tra questi, ma purtroppo viene spesso sottovalutato.

Le leggi italiane fissano determinati range di decibel per limitare questo tipo di contaminazione che va tra un massimo di 65 decibel durante il giorno e 55 durante la notte, considerando una soluzione ottimale quella che va dai 35 ai 45 decibel.

 

Cause dell’inquinamento acustico

 Trattandosi di inquinamento, si parla di una situazione problematica relativa al mondo che ci circonda. Quello acustico quindi si riferisce a un’alterazione del suono, che nello specifico si ritrova in determinati rumori, classificabili a seconda della loro origine. Troviamo perciò:

– fenomeni meterologici: gli unici non imputabili alle attività umane, sono infatti considerati parte di un inquinamento naturale;

– mezzi di locomozione: dovuti al traffico automobilistico (ruote su strada, clacson, motori), ai treni su rotaie, agli aerei in fase di decollo e atterraggio;

– industrie: sono rumori generati dalle attività produttive che solitamente si trovano nelle grandi città;

– varie attività commerciali/domestiche: sono quelle riscontrate nei bar, ristoranti, discoteche o in casa (lavatrice, aspirapolvere).

– attività lavorative/scolastiche: oltre che nelle fabbriche, anche negli uffici ci possono essere fonti di inquinamento acustico, dovuto al vociare o allo squillare di più telefoni; stessa cosa avviene nella scuola, dove oltre la presenza vivace degli studenti, si possono trovare piccoli rumori relativi a movimenti di sedie/banchi, alla posizione della scuola (es. vicino a passaggi di auto o industrie).

 

 

Le tante conseguenze dell’inquinamento acustico

 Si crede, in parte giustamente, che l’inquinamento acustico causi solo disturbi all’apparato uditivo.

Per quest’ultimo infatti, se si prosegue a frequentare luoghi con un’alta concentrazione di rumori, si possono incorrere in diverse patologie uditive:

– acute o impulsive, se derivanti da una breve, ma potente, esposizione a un rumore;

– croniche, se l’esposizione al rumore ha avuto una lunga durata (anni).

Si può incorrere quindi in ipoacusie, vertigini, acufeni e sensibilità uditive.

Questa categoria di danni da inquinamento acustico viene definita “uditiva”.

Se i problemi invece si riscontrano in maniera differente, si parla di danni “extrauditivi”.

In questo caso infatti si possono avere molti altri tipi di disturbi, partendo da quelli più “semplici” come difficoltà di concentrazione, cefalea, irritazione, a quelli un po’ più seri quali in primis lo stress derivante dal fastidio continuo, che a sua volta può generare un aumento della pressione arteriosa e alterazioni del sistema nervoso e immunitario.

 

Prevenzione dall’inquinamento acustico

 

A livello globale, gli enti pubblici stanno man mano provvedendo a regolamentare i decibel consentiti nei centri abitati, piantando alberi lungo i viali delle strade per fare da barriera acustica, implementando aree ciclabili o pedonabili, utilizzando asfalto fonoassorbente, etc.

Ognuno di noi, invece, dovrebbe iniziare a tutelare il proprio udito seguendo delle accortezze per mantenerlo sempre in salute:

– utilizzare cuffie antirumore, se si svolge un lavoro che genera decibel molto alti;

– usare tappi per le orecchie durante situazioni di rumori elevati, in casa o fuori;

– non ascoltare musica troppo alta con o senza le cuffie;

– prevedere controlli periodici del proprio apparato uditivo.

 

Inoltre, per tenere sempre in forma e prenderti cura del tuo udito, puoi scaricare gratuitamente la nostra rivoluzionaria app S-Cochlear da Google Playstore cliccando qui.

Contrasta l’inquinamento acustico e non permettere che crei problemi alla tua salute, per consigli o controlli uditivi, contatta Udifarm!

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