Esistono al mondo delle persone che hanno un senso più sviluppato di altre, come ad esempio chi ha il dono dell’”orecchio assoluto”.
Ma prima facciamo chiarezza per non confonderci: non si tratta di avere un “buon orecchio musicale” solo perché abbiamo un’attitudine verso la musica o il canto, né di avere un “orecchio relativo”, che consiste nel riconoscere gli intervalli delle note suonate in sequenza, ma non sempre saperle chiamare per nome.
Per orecchio assoluto si intende quella straordinaria capacità (al mondo ne esiste 1 persona su 10.000) di riconoscere non solo l’altezza assoluta (o frequenza) delle note, ma la loro esatta tonalità e nominarle senza bisogno di trovarne la corrispondenza su uno strumento.

 

Si nasce con un orecchio assoluto?

 

Molti studi dimostrano che in alcuni bambini si tratta di una spiccata capacità, probabilmente dovuta al fatto che questi vengono introdotti precocemente alla musica e abituati ad associare i nomi delle note ai suoni.
L’orecchio assoluto quindi può essere imputabile sia al DNA, ma anche d’altro canto, all’associazione data dalla memoria uditiva, cioè a una particolare capacità di ricordare i suoni stessi.
Col tempo e quindi con l’età adulta, se l’orecchio non viene “allenato” o non viene utilizzato in queste particolari situazioni, perde la propria abilità di riconoscere le note.
Per questo motivo, non è detto che da adulti non si possa coltivare e sviluppare tramite un esercizio costante.

 

 

Orecchio assoluto nella popolazione mondiale

La capacità dell’orecchio assoluto è anche una questione di area geografica. Ulteriori studi hanno scoperto come questo talento sia molto più diffuso in Asia che nel resto del mondo. Mentre in Europa infatti solo l’8% delle persone che studiano musica possiede l’orecchio assoluto, questa percentuale arriva fino al 70% per i musicisti cinesi.
A cosa è dovuto?
La risposta non è certa, ma potrebbe essere dovuto al fatto che in Cina, così come in Giappone o in Vietnam, si parla una lingua “tonale”, cioè una lingua in cui l’intonazione influenza il significato delle parole.

 

L’orecchio assoluto nei grandi musicisti

 

Bach, Mozart e Beethoven, ma anche i musicisti di oggi come Mariah Carey, Celine Dion e Barbra Streisand, hanno dimostrato di possedere un orecchio assoluto.
Non è però solo questo a fare di un artista musicale un esponente del settore.
C’è ad esempio chi sostiene che è molto più importante avere un orecchio relativo per conoscere a fondo la musica, poiché questo dà la capacità di riuscire a combinare le note giuste per creare splendide melodie.
Possiamo affermare che ad oggi non c’è una vera e propria risposta sul dono dell’orecchio assoluto, ma sicuramente avere la passione per la musica e coltivarla per tutta la vita potrebbe aiutare ad avere una maggiore comprensione delle note e delle melodie.
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