Da anni esistono terapie alternative, tecniche e trattamenti non invasivi, che spesso vengono utilizzati al posto della medicina tradizionale.
L’auricoloterapia potrebbe essere considerata una di queste, per quanto ad oggi non vi siano studi scientifici o clinici che ne hanno dimostrato una reale efficacia.
Il nome auricoloterapia racchiude già in sé il suo significato: è la terapia dell’auricŭla, dim. di auris, ossia orecchio. Attraverso il padiglione auricolare infatti, è possibile trattare diversi disturbi fisici e psichici.
Auricoloterapia: di cosa si tratta?
Può sembrare un trattamento molto complicato, ma in realtà l’auricoloterapia non è altro che l’agopuntura localizzata a livello auricolare. Come in altri campi, deve essere eseguita da professionisti del settore o medici specializzati in questo trattamento.
In sostanza, si fanno corrispondere diverse aree delle orecchie a determinate zone del corpo, proiettando quindi l’orecchio sul corpo stesso. Per ciascun organo o sistema del nostro organismo, esiste una corrispondenza sul padiglione auricolare.
È stata creata dunque una sorta di mappa dell’orecchio che illustra quali sono i punti che, stimolati con aghi o diversi sistemi, possono andare a “curare” un preciso disturbo.
La metodologia prevede principalmente l’utilizzo di aghi piccolissimi che vengono lasciati sulla superficie della pelle per alcuni minuti, ma esistono altri meccanismi d’azione, quali:
- la pressione con cerotti;
- il laser, con un sottile fascio di infrarossi;
- le microiniezioni, superficiali con un anestetico locale o con azoto liquido (crioterapia);
- i microsegnali elettrici, attraverso un’apparecchiatura elettromedicale.
A livello biologico, l’auricoloterapia risulta efficace in quanto va a stimolare il sistema nervoso, che rilascia determinati neurotrasmettitori dedicati ai processi di guarigione cellulare e ormoni, i quali a loro volta hanno una funzione antidolorifica.
Breve storia dell’auricoloterapia
Nata in Occidente, l’auricoloterapia ha un meccanismo d’azione che ricorda la medicina tradizionale cinese, in quanto riprende l’agopuntura.
La riflessione di partenza è arrivata nel 1956, quando il Dottor Paul Nogier di Lione, rimase colpito da alcuni suoi pazienti provenienti dalla Corsica, che avevano il padiglione cauterizzato, in seguito a una cura per il dolore legato alla sciatalgia. Da allora il medico, ha proseguito con ricerche più approfondite, scoprendo che tali metodologie venivano utilizzate sin dai tempi di Ippocrate e quindi iniziando a mappare l’orecchio con la ricostruzione dell’immagine di un feto rovesciato.
Da quel momento, l’auricoloterapia è diventata parte di molti tipi di trattamenti, anche se ad oggi non ha alcun supporto scientifico e/o sperimentale.
Benefici dell’auricoloterapia e controindicazioni
I benefici dell’auricoloterapia sono molteplici e possono risolvere disturbi di tipo funzionale, psico-emozionale, aiutare nel contrastare le dipendenze e alleviare diversi dolori.
Viene particolarmente utilizzata negli stati d’ansia e per combattere dipendenze da sostanze quali fumo e alcool, in quanto favorisce il rilassamento e la stabilizzazione di stati emozionali, grazie all’ottimizzazione delle funzioni neurovegetative e del bilanciamento dei neurotrasmettitori.
A livello acustico, l’auricoloterapia può talvolta intervenire per contrastare l’ipoacusia e l’acufene, mediante il flusso di energia che permette un miglioramento della circolazione sanguigna nell’orecchio, accelerando il flusso ematico.
Sebbene sia riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, bisogna affidarsi sempre a medici specializzati in quanto esistono piccole controindicazioni e rischi legati all’auricoloterapia. Tra questi ad esempio, ci può essere probabilità di infezioni, nel caso di un padiglione con lesioni già presenti, o comunque la comparsa di infiammazioni localizzate.