Il passare degli anni incide sulla salute dell’uomo, sia da un punto di vista fisico che psicologico. Con l’avanzare dell’età il corpo degli esseri umani subisce un deterioramento, che rappresenta di per sé il processo naturale della vita.

Insieme a rughe e capelli bianchi, si può soffrire di diversi disturbi, che talvolta possono essere prevenuti o curati prima che raggiungano livelli più gravi.

Tra le diverse patologie, quelle legate all’udito sono le più diffuse, per questo motivo risulta molto importante sottoporsi a controlli uditivi periodici.

 

Cos’è la presbiacusia?

 

L’ipoacusia, ossia la perdita temporanea o meno dell’udito, può verificarsi per svariati motivi e cause, ma con il termine Presbiacusia si indica proprio la perdita uditiva legata un solo fattore: quello dell’età.

È naturale infatti che dopo una certa soglia d’età, vi è una diminuzione dell’udito, ossia la presbiacusia neurosensoriale, provocata da un danneggiamento delle cellule ciliate, posizionate nell’orecchio interno, o delle stesse vie nervose.
Questo decadimento uditivo in molti casi inizia a manifestarsi già dai 30-40 anni e progredisce se non curato o sottovalutato.

Inizialmente si manifesterà con un calo della percezione delle alte frequenze, fino ad avere deficit nell’ascolto di frequenze diverse, magari anche accompagnato con acufeni e problemi di equilibrio.

 

Quanto è diffusa la presbiacusia?

Come già anticipato, l’ipoacusia dovuta all’età è molto diffusa, soprattutto dai 60 anni in su. Attualmente ne soffrono milioni di anziani in tutto il mondo: ad esempio, negli Stati Uniti si tratta del 50% delle persone over 65. Tra gli over 85, invece, ben l’80% presenta un deficit uditivo maggiore.
Una ricerca del National Institute on Deafness and Other Communication Disorders (sempre negli USA) ha evidenziato che circa un terzo delle persone tra i 65 e i 70 anni soffre di perdita uditiva.

Secondo gli ultimi dati raccolti dall’OMS nel 2020 in Italia una persona su tre, tra gli ultra 65enni, soffre di ipoacusia, ma in totale su tutta la popolazione solo il 31% ha effettuato un controllo dell’udito negli ultimi 5 anni, mentre il 54% non l’ha mai fatto. La situazione più dannosa nel nostro Paese è relativa al fatto che soltanto il 25% di coloro che soffrono di presbiacusia utilizza l’apparecchio acustico.

 

Fattori che incidono sulla presbiacusia

Sicuramente il decadimento dell’udito è provocato da cause naturali dovute all’invecchiamento, ma vi sono particolari situazioni in cui tale condizione nasce o viene aggravata da ulteriori fattori.

Se da un lato quindi vi sono: l’ispessimento della membrana timpanica, la perdita di elasticità della membrana della coclea, le degenerazioni di ciglia, delle cellule dell’organo del Corti, delle articolazioni ossiculari e la compressione delle fibre nervose provocata da iperostosi; dall’altro, i fattori che incidono anche sulla presbiacusia sono:

  • esposizioni a rumori forti;
  • utilizzo di farmaci ototossici;
  • abitudini di vita poco salutari (obesità, fumo, alcool);
  • predisposizione genetica.

 

Diagnosi della presbiacusia

L’autovalutazione, soprattutto dopo i 40 anni, è sempre il primo segnale per accorgersi di una perdita uditiva. Notare la presenza di un abbassamento uditivo, anche se minimo, dovrebbe spingere a sottoporsi subito a una visita uditiva.
I controlli di routine inoltre, dovrebbero avere lo scopo di evidenziare le anomalie iniziali legate all’udito.
Generalmente la presbiacusia si manifesta in entrambe le orecchie e l’esame che viene utilizzato per una diagnosi esatta è il test audiometrico, comprensivo di audiometria tonale e vocale.

 

presbiacusia età

 

Prevenzione e terapia per la presbiacusia

 

Il primo passo da compiere per mantenere un udito sano è adottare uno stile di vita regolare, fare sport e sottoporsi a test uditivi periodici, in modo da prevenire e curare al meglio le perdite uditive.

Qualora venga diagnosticata la presbiacusia, esistono percorsi di riabilitazione uditiva presso centri specializzati, che possono supportare nel tenere in esercizio l’udito. A tal proposito, sia a scopo preventivo, che curativo, Udifarm ha sviluppato, insieme a UditoPiù, l’app S-Cochlear, scaricabile da qui, che aiuta a stimolare l’orecchio e le cellule ciliate, per rallentare il decadimento uditivo. Grazie a cinque funzioni diverse è possibile mantenere un udito più giovane e più allenato.

In casi invece di una perdita uditiva grave, è consigliato l’utilizzo di apparecchi acustici o cocleari: i primi sono dispositivi elettronici esterni che si possono indossare comodamente dentro o dietro le orecchie, i secondi invece vengono utilizzate in casi di vera e propria sordità e sono ausili che vengono inseriti nell’orecchio chirurgicamente.
Molti studi dimostrano che l’ipoacusia, soprattutto in età avanzata, può provocare ulteriori disturbi, come la diminuzione della plasticità cerebrale e quindi di alcune funzioni cognitive. In molti anziani, inoltre, l’abbassamento uditivo porta a situazioni di isolamento sociale e fenomeni depressivi.

Non sottovalutare mai l’importanza di un udito sano, vieni a fare una visita da Udifarm!

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