Lo sapevi che il nostro orecchio può “autoprodurre” dei suoni?

Può sembrare sorprendente, ma l’orecchio umano non si limita a ricevere i suoni provenienti dall’esterno. In alcune circostanze, infatti, è in grado di generare suoni propri. Questo fenomeno prende il nome di emissioni otoacustiche.


Cosa sono le emissioni otoacustiche

Le emissioni otoacustiche sono debolissimi segnali acustici prodotti dall’orecchio interno, in particolare dalle cellule ciliate esterne della coclea. Queste cellule svolgono un ruolo fondamentale: amplificano e selezionano i suoni che ascoltiamo ogni giorno, rendendo l’udito più preciso ed efficiente.

Durante questo processo di amplificazione, le cellule possono generare piccole vibrazioni che si trasformano in suoni veri e propri, rilevabili solo con strumenti specifici.


Caratteristiche principali

Le emissioni otoacustiche presentano alcune peculiarità importanti:

  • sono estremamente deboli e non percepibili dall’orecchio umano;

  • vengono misurate con test non invasivi;

  • sono utilizzate di routine nello screening uditivo neonatale per valutare l’udito alla nascita;

  • indicano che l’orecchio interno è attivo e funziona correttamente.


Non vanno confuse con gli acufeni

È importante chiarire che le emissioni otoacustiche non sono acufeni e non rappresentano un disturbo. Al contrario, sono un segnale positivo del buon funzionamento dell’apparato uditivo.

Gli acufeni, infatti, sono una percezione soggettiva di suoni non legati a uno stimolo esterno, mentre le emissioni otoacustiche sono un fenomeno fisiologico misurabile e ben conosciuto in ambito clinico.


Un meccanismo di straordinaria precisione

Le emissioni otoacustiche dimostrano quanto l’orecchio umano sia un sistema complesso e raffinato, capace di lavorare con una precisione quasi “musicale”. Un piccolo dettaglio scientifico che racconta molto sulla straordinaria efficienza del nostro udito.

Comprendere questi meccanismi aiuta a valorizzare l’importanza della prevenzione e dei controlli uditivi, fondamentali per mantenere in salute un organo così delicato.