Diversamente da quanto si potrebbe pensare, ogni volta che ci addormentiamo è solo il nostro corpo a riposare e a recuperare energie, mentre il cervello resta vigile e in costante attività. In alcune fasi del sonno, infatti, non solo continua ad ascoltare, ma anche a comprendere i suoni e a selezionare le informazioni che reputa importanti, innescando una reazione.

Ma come è possibile poter rispondere agli stimoli sonori anche quando dormiamo?

 

Sonno e cervello: la risposta delle Neuroscienze

 

A svelare la straordinaria capacità del nostro cervello di restare in ascolto e prendere decisioni persino durante il sonno è una ricerca condotta dal team di neuroscienziati guidato da Sid Kouider e Thomas Andrillon della Scuola Normale Superiore e del Centro Nazionale per la ricerca scientifica di Parigi, in collaborazione con l’Università di Monash (Australia) (Fonte: https://doi.org/10.1016/j.cub.2014.08.016).

Lo studio, pubblicato su Nature Human Behaviour nel 2019, ha dimostrato che addormentarsi non equivale a perdere completamente la capacità di reagire agli stimoli sensoriali e di interagire con l’ambiente circostante, come si era sempre creduto. Al contrario, il cervello addormentato continua a elaborare gli stimoli esterni (compresi i suoni) in modo più flessibile, attivando cioè una sorta di “filtro”, rispetto a quelli potenzialmente rilevanti e schermando tutto il resto. In questo modo, ci permette di dormire in tutta sicurezza, svegliandoci però al momento giusto.

Per dimostrarlo è stato condotto un esperimento sul sonno di un campione di volontari monitorati attraverso un elettroencefalogramma (EEG). Da svegli, i partecipanti sono stati invitati ad ascoltare una serie di parole, e a premere un pulsante con la mano destra se corrispondenti ad animali, oppure con la mano sinistra se classificate come oggetti.

Gradualmente, i volontari sono stati indotti ad addormentarsi, pur continuando ad ascoltare un nuovo elenco di parole e ad eseguire lo stesso procedimento. Gli scienziati hanno verificato una diversa risposta del cervello addormentato in base alla specifica fase del sonno in cui le persone si trovavano.

Durante il sonno leggero, i partecipanti erano ancora reattivi e in grado di rispondere a livello motorio a qualsiasi input lessicale esterno, indipendentemente dal fatto che lo avessero già ascoltato in precedenza; nella fase REM, durante la quale si sogna, i partecipanti erano ancora in grado di prepararsi a eseguire i movimenti appropriati, ma solo rispetto a parole classificate in precedenza durante la fase di veglia, questo perché concentrati più sui loro sogni interni piuttosto che sui suoni esterni. Entrati nel sonno profondo, invece, non si registrava più alcuna attività cerebrale in risposta gli stimoli.

La ricerca ha permesso di scoprire che i partecipanti addormentati potevano continuare a elaborare le informazioni per eseguire una specifica azione senza che ne fossero coscienti. Questo spiega come soprattutto nella primissima fase del sonno sia più facile svegliarsi: il cervello è ancora all’erta, alla ricerca di potenziali pericoli. Un meccanismo di difesa e protezione dall’ambiente esterno. Infatti, appena decide che questo è sicuro, il cervello entra in un sonno più profondo. “È un modo piuttosto elegante che l’evoluzione ha trovato per permetterci di dormire in modo sicuro – afferma il Dottor Andrillon – Puoi svegliarti o andare più in profondità”.

La ricerca ha confermato anche i risultati di alcuni precedenti studi sul sonno condotti negli anni ’60 e ’70. Uno di questi, ad esempio, aveva dimostrato che facendo ascoltare a un gruppo di madri addormentate diversi pianti di bambini, queste erano in grado di svegliarsi immediatamente appena riconosciuto il pianto del proprio figlio. E ancora, un altro studio dimostrava che la probabilità di svegliarsi è più alta quando viene pronunciato il proprio nome.

 

cervello ascolta quando dormi

 

Udifarm alleato del tuo udito

 

Quando ci addormentiamo il nostro cervello presta ancora la massima attenzione ai suoni che ci circondano, distinguendo quelli a cui siamo normalmente abituati e che ci rassicurano (come il ronzio del frigorifero o l’accensione del condizionatore), da qualunque altro suono estraneo che ci fa svegliare all’istante.

Può capitare tuttavia di soffrire di insonnia, specialmente quando si assume troppa caffeina durante la giornata, o in presenza di un disturbo uditivo persistente come l’acufene che può compromettere la qualità del proprio sonno. 

Se hai difficoltà ad addormentarti e pensi possa dipendere da un deficit uditivo, o non percepisci correttamente i suoni anche al risveglio, rivolgiti ai nostri centri Udifarm per una consulenza mirata.

Prenotando un test dell’udito o una visita otorinolaringoiatrica approfondita potremo restituirti una diagnosi accurata e consigliarti il trattamento di riabilitazione uditiva più efficace.


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