Che sia per estetica, per distinguersi o per fissare un ricordo in modo indelebile, la passione per i tatuaggi è in continua crescita, e questo vale soprattutto per l’Italia, che oggi è il paese più tatuato del mondo: il 48% della popolazione, pari a circa 29 milioni di persone, ha almeno un tattoo, perlopiù i giovani; dopo di noi solo la Svezia (47%) e gli Stati Uniti (46%).

Eppure al diffondersi di questa moda non si accompagna ancora un’adeguata consapevolezza dei rischi per la salute, dalle reazioni allergiche alle infezioni, fino a patologie più severe come i tumori della pelle. Ancora meno conosciute sono le conseguenze di un tatuaggio per il nostro udito.

 

Perché un tatuaggio può provocare vertigini o acufene?

 

Se tra gli effetti collaterali più comuni legati ai tatuaggi troviamo allergie cutanee tra cui gonfiore, arrossamento, prurito oppure sintomi come mal di testa, febbre e nausea, in casi meno frequenti può capitare anche di provare vertigini o di sviluppare problemi all’udito, in particolare l’acufene.

Questo accade soprattutto nel caso di tatuaggi realizzati in corrispondenza del viso e del collo, a livello dell’area temporo-mandibolare o della colonna cervicale. Recenti studi, infatti, hanno dimostrato che qualsiasi cicatrice cutanea in queste specifiche aree del corpo, proprio come nel caso di un tatuaggio, può arrivare a influenzare il nostro equilibrio posturale ed energetico.

Il corpo umano mantiene una condizione di equilibrio e la postura, ovvero la sua posizione nello spazio in relazione alla gravità, grazie all’interazione di tre sistemi: il sistema vestibolare (componente dell’orecchio interno che rileva il movimento della testa rispetto al corpo), il sistema visivo (che permette agli stimoli visivi di essere correttamente interpretati dal cervello) e il sistema somatosensoriale (responsabile della percezione tattile, della pressione, della temperatura e del dolore). Pertanto qualsiasi alterazione o disturbo che coinvolga uno di questi sistemi, ovvero a livello muscolare, osseo, articolare o cutaneo, può causare uno squilibrio posturale.

È sempre più plausibile, quindi, l’ipotesi che un tatuaggio, l’equivalente di una cicatrice eseguita iniettando sotto la pelle piccole quantità di inchiostro mediante speciali tipi di aghi, possa indurre vertigini e capogiri, e in alcuni casi innescare deficit uditivi come l’acufene somatico.

E questo a causa delle sostanze chimiche tossiche e potenzialmente cancerogene contenute nei pigmenti degli inchiostri per tatuaggi, in grado di restare in circolo nell’organismo anche a distanza di anni, e di alterare l’apparato cranio-temporo-mandibolare e le strutture cutanee a contatto con l’orecchio.

Generalmente, i pazienti con tatuaggi che accusano vertigini o acufene di origine somatica vengono sottoposti ad uno specifico esame posturometrico eseguito su pedana bipiastra di Lizard, che permette di rilevare la variazione dei parametri di elasticità cutanea nella zona corrispondente al tatuaggio ed eventuali disfunzioni percettive in prossimità della cicatrice.

All’analisi posturale può seguire anche una valutazione osteopatica, per verificare se la cute lesionata dal tatuaggio possa aver compromesso anche il tessuto muscolare. Sulla base dei risultati ottenuti dai primi esami potrà essere suggerito anche un controllo dell’apparato uditivo, nonché una visita ortodontica per analizzare la funzionalità dell’apparato temporo-mandibolare.

 

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