Sicuramente avrai sentito parlare di un trend sempre più diffuso nel mondo della musica e del videomaking: l’audio 8D. Su YouTube e Spotify è possibile trovare centinaia di canzoni realizzate con questo particolare effetto, che a molti appare “tridimensionale” e quanto di più simile alla musica dal vivo.
Ma cosa vuol dire esattamente provare un’esperienza musicale 8D?
Cos’è l’audio 8D
Quando parliamo di “audio 8D”, ovvero a otto dimensioni, ci riferiamo in realtà a una speciale tecnica di mixaggio audio che crea un falso suono surround, ottenuto partendo da un file audio stereo standard, cioè a due canali, destro e sinistro, che viene alterato con l’aggiunta di riverbero e applicando il cosiddetto effetto panning, con cui è possibile creare una percezione di movimento del suono da un canale all’altro, in modo tale da indurre il cervello a pensare che il suono provenga da più direzioni attorno all’ascoltatore, quindi ottenendo un senso di multidimensionalità e spazialità dell’ascolto.
Un brano mixato in 8D, infatti, sembra spostarsi dall’orecchio sinistro al destro e viceversa e l’impressione è quella di trovarsi in mezzo a una grande stanza, con i musicisti che si muovono intorno all’ascoltatore mentre suonano e cantano; motivo per cui è consigliato ascoltare questo tipo di musica con le cuffie, affinché l’audio rimanga perfettamente isolato in ciascun orecchio.
La tecnica dell’audio 8D non è però completamente nuova. Le prime sperimentazioni risalgono alla fine degli anni ’60. Lo stesso Jimi Hendrix, uno dei più grandi chitarristi di sempre e tra i massimi esponenti del rock psichedelico, nella sua famosa canzone Purple Haze introdusse tecniche simili all’8D per creare l’illusione di strati di voci distanti e provenienti da ogni direzione. Anche i Beatles hanno sperimentato questa tecnologia in molte canzoni, come Come Together o What’s the New Mary Jane?, per trasmettere un’esperienza musicale coinvolgente e immersiva, e ancora i Queen, i Genesis e i Pink Floyd e tutti i gruppi passati alla storia per aver esplorato nuove contaminazioni tra musica ed elettronica.
E l’audio binaurale?
Anche il cosiddetto “audio binaurale” è diventato molto popolare nel corso degli anni. Come l’audio 8D, è una particolare tecnica di registrazione che dà all’ascoltatore la sensazione di essere immerso in un ambiente sonoro tridimensionale, al centro di una bolla a 360°, con i suoni che provengono da ogni direzione. Di fatto il termine “binaurale”, letteralmente “che riguarda entrambe le orecchie”, è stato introdotto negli anni ’50 dall’industria discografica come espediente di marketing per parlare di audio stereo.
L’idea alla base di questo tipo di registrazione è di riprodurre toni con diversa frequenza in ciascun orecchio il modo tale che il nostro cervello compensi questa differenza modificando a sua volta la propria frequenza, che sappiamo essere diversa a seconda della specifica azione che una persona sta svolgendo. Così, ad esempio, un suono prodotto nell’orecchio destro a 195 Hz e un altro nell’orecchio sinistro a 190 Hz faranno sì che il cervello compensi la differenza portando la propria frequenza cerebrale a 5 Hz, la condizione in cui tipicamente si sviluppano le cosiddette onde Theta, ovvero quelle dello stato di meditazione profonda, o del sogno nella fase REM.
Per questo i “toni binaurali” sono spesso associati a effetti positivi sulla nostra salute; la capacità di influire sulle nostre frequenze cerebrali, infatti, secondo alcuni studi, migliorerebbe la qualità del sonno, la concentrazione e la memoria. A patto di ascoltarli indossando cuffie stereo, in cui i canali audio destro e sinistro sono isolati allo stesso modo in cui lo sono nell’udito umano, riuscendo così a percepire le due frequenze separatamente in entrambe le orecchie. Un effetto che funziona benissimo nei videogiochi per creare un ambiente sonoro immersivo, o nella pubblicità per creare spot di forte impatto.
L’audio 8D e gli effetti sulla salute
Sebbene si tratti di audio prodotto artificialmente, la musica 8D ha diversi e comprovati benefici per la salute, esattamente come l’audio binaurale. Molte persone ritengono che ascoltare brani progettati in 8D aiuti a rilassarsi e a calmare la mente, al pari della meditazione ma in tempi molto più rapidi. In particolare, questa esperienza sonora risulta efficace per chi soffre di ansia, disturbo ossessivo compulsivo e ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività), soprattutto se ci si concentra sulle attività per un periodo di tempo prolungato.
D’altra parte, anche se meno frequenti, esistono alcune controindicazioni legate all’ascolto prolungato di musica in 8D. Una di queste può essere l’acufene, soprattutto se l’ascolto in cuffia supera spesso gli 80-85 db, la causa più frequente di shock acustico e ciò che accade soprattutto ai musicisti. Più rare possono essere le vertigini, la nausea o un sovraccarico sensoriale, più comune in persone affette da autismo o dalla sindrome di Asperger.
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