Acquistare un apparecchio acustico è una delle decisioni più difficili da prendere. In media una persona affetta da un disturbo dell’udito impiega fino a sette anni prima di decidersi a indossare una protesi, poiché questa condiziona radicalmente la propria vita e spesso porta con sé una sensazione d’insicurezza e imbarazzo, soprattutto nei rapporti sociali.
Basti pensare che in Italia, secondo l’ultima ricerca EuroTrak Ita 2022, sebbene il 12,5% della popolazione soffra di perdita dell’udito, soltanto il 4,4% sceglie di utilizzare un apparecchio acustico. Un dato che negli ultimi quattro anni è comunque cresciuto del 5%, complice anche l’isolamento indotto dalla pandemia.
La scelta dell’apparecchio acustico più adatto alle proprie esigenze è un passo importante, che va affrontato tenendo presenti alcune raccomandazioni, per evitare gli errori più comuni che potrebbero compromettere il percorso di riabilitazione uditiva.
7 Errori da non fare nell’acquisto di un apparecchio acustico
Spesso si fa lo sbaglio di scegliere un apparecchio acustico senza nessuna indicazione da parte di un professionista oppure ci si affida, purtroppo, a specialisti che non sono molto competenti; perciò, vi segnaliamo i tipici 7 errori che vengono commessi quando si acquista un apparecchio acustico, in modo da evitare di farli quando ormai è troppo tardi.
1. Non eseguire un esame preventivo dell’udito
Spesso si sottovaluta l’importanza di sottoporsi a un esame audiometrico approfondito per una valutazione iniziale della propria capacità uditiva. Questo è infatti il primo step: solo dopo aver accertato una riduzione o perdita dell’udito, la sua entità e quali suoni in particolare non si è in grado di percepire, ci si potrà affidare ad un audioprotesista qualificato, che accompagnerà il paziente nella scelta dell’apparecchio acustico che più si addice al suo disturbo, ma anche al suo stile di vita e alle sue abitudini di ascolto (ad esempio, se passa molto tempo al telefono, se frequenta spesso luoghi affollati o pratica sport regolarmente etc.).
Non bisogna dimenticare, inoltre, che gli apparecchi acustici sono dispositivi medici. Per acquistarli occorre infatti una prescrizione dello specialista (otorinolaringoiatra o audiologo), che consiglierà l’utilizzo dell’apparecchio che potrà individuare ed applicare con il supporto dell’audioprotesista presso un centro audioprotesico. La spesa sostenuta è anche detraibile al 19% ai fini IRPEF.
2. Scegliere un apparecchio acustico in base all’estetica
Uno dei primi errori in fase di acquisto è quello di lasciarsi condizionare dal fattore estetico e dal particolare design di un apparecchio acustico. Non sempre, ad esempio, chi acquista un modello piccolo e interno perché più discreto, al posto di uno retro-auricolare, finisce per fare la scelta giusta. Anzi, un modello invisibile ad alcune persone potrebbe causare una fastidiosa sensazione di occlusione.
La salute del proprio udito è una cosa seria, e l’efficacia di un apparecchio è sempre da preferire alla sua forma.
3. Preferire un apparecchio acustico low cost
Anche farsi tentare da apparecchi acustici a basso costo – come nel caso di offerte online – può rivelarsi un grande sbaglio. Una spesa sopra la media è più che mai giustificata, soprattutto quando si tratta di una questione delicata come la cura dell’udito.
4. Credere che “un apparecchio vale l’altro”
Sbaglia chi pensa che un tipo di apparecchio acustico vada bene per chiunque; che se funziona per un amico, è valido in assoluto. In realtà non è così, perché una protesi acustica è strettamente personale, ed è prescritta da uno specialista, come abbiamo detto, solo al termine di esami approfonditi sulla qualità del proprio udito. Non solo: specie nel caso degli apparecchi acustici “endoauricolari”, è la stessa forma del condotto uditivo a fare la differenza. L’audioprotesista, infatti, dovrà progettare l’apparecchio a misura del paziente, prendendo la sua impronta auricolare o eseguendo una scansione della parte interna del suo orecchio.
5. Valutare l’efficacia di un apparecchio acustico al primo utilizzo
Non è vero che un apparecchio acustico deve funzionare alla perfezione appena lo si indossa. Come accade per la vista, con delle nuove lenti graduate, così anche l’udito richiede un periodo di adattamento. Potrà volerci qualche giorno prima che l’orecchio si abitui alla protesi e ricominci a distinguere i suoni con chiarezza e addirittura diversi mesi per arrivare a regime di esercizio.
Bisognerà darsi tempo e testare l’apparecchio in diverse situazioni, in silenzio e in luoghi più rumorosi, testando la propria reazione a quel particolare ambiente e regolando il volume dell’apparecchio per bilanciare al meglio i suoni.
6. Sottovalutare una corretta manutenzione
Anche nel caso degli apparecchi acustici, è bene non dimenticare di prendersene cura, seguendo le principali norme igieniche e le avvertenze indicate dall’audioprotesista, così da prolungarne l’efficacia. Evitare, ad esempio, di pulirli con salviette imbevute di alcool o altri prodotti chimici, o di non spegnerli quando vengono rimossi, ad esempio durante la notte.
Tenere le orecchie pulite è un’altra raccomandazione da seguire.
7. Non effettuare controlli periodici dopo l’acquisto
È importante considerare di sottoporsi almeno a due controlli iniziali di regolazione dopo l’acquisto di un nuovo apparecchio acustico. Soprattutto quando si è ancora all’interno del periodo di riadattamento nei primi tre mesi, è consigliabile annotare tutte le sensazioni, eventuali fastidi, e aspettative sul funzionamento dell’apparecchio, per poi rivolgersi all’audioprotesista che aiuterà il paziente ad impostare correttamente la protesi, o in alcuni casi a scegliere un modello diverso.
Col passare del tempo sarà sempre opportuno fissare controlli periodici, in genere a cadenza trimestrale, per valutare l’efficacia dell’apparecchio e regolarlo sulla base dei nuovi suoni percepiti dall’orecchio.
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