Le infezioni alle orecchie sono uno dei disturbi uditivi più frequenti nei bambini – il più delle volte dopo tante ore trascorse in acqua – eppure non sono così semplici da identificare sin dai primi sintomi, sia perché il bambino nella prima infanzia può avere più difficoltà a esprimersi, sia perché capita di sottovalutare comportamenti che potrebbero suggerire la presenza di un disturbo dell’udito, come il tapparsi le orecchie con le mani.

Uno studio recente mette in guardia sul trascurare un’infezione dell’udito nei bambini, anche se passeggera, o ricorrere a terapie fai-da-te che potrebbero allungare i tempi di recupero e rendere cronico il disturbo. Il rischio per la salute del bambino sembrerebbe più alto di quanto si pensi.

 

Un’infezione all’orecchio può compromettere lo sviluppo del bambino?

 

Una nuova ricerca dell’Università della Florida ha indagato gli effetti dell’otite media precoce sullo sviluppo uditivo e linguistico nei bambini.

L’otite media è un disturbo molto comune nella prima infanzia, associato a una perdita temporanea dell’udito.

Se l’infezione si manifesta in un periodo così critico dello sviluppo uditivo e del linguaggio di un bambino, il timore principale è che possa non solo interferire con la possibilità del bimbo di ascoltare il linguaggio dell’ambiente che lo circonda, e quindi formare e arricchire il suo lessico, ma anche ostacolare lo sviluppo del sistema uditivo stesso, causando deficit linguistici irreversibili.

Lo studio, pubblicato a novembre 2023 sull’International Journal of Pediatric Otorinolaringoiatria (Fonte: https://doi.org/10.1016/j.ijporl.2023.111801), è stato condotto da Susan Nittrouer e Joanna Lowenstein, ricercatrici presso l’UF Health Clinical and Translational Science Institute, su un campione di 117 bambini di età compresa tra 5 e 10 anni, con e senza una storia di infezioni croniche dell’orecchio nella prima infanzia.

Attraverso l’utilizzo di giochi progettati per mantenere l’attenzione dei bambini, e tenendo conto di misure di conoscenza lessicale e sensibilità fonologica, è stato possibile esaminare in che modo l’otite media cronica nelle prime fasi di vita di un bambino può influenzare, e in alcuni casi anche ritardare, l’elaborazione uditiva e lo sviluppo del linguaggio, e quali abilità hanno maggiori probabilità di essere influenzate, con effetti a lungo termine.

Dallo studio è emerso che i bambini con storie di otite media mostravano risultati più scarsi rispetto ai coetanei sani su entrambi i gruppi di misure linguistiche (sensibilità fonologica e conoscenza lessicale), con effetti più forti sulla sensibilità fonologica.

Nello specifico, i bambini con più di un’infezione all’orecchio comparsa prima dei tre anni di età mostravano un lessico molto limitato, con maggiore difficoltà ad abbinare parole dal suono simile rispetto ai bambini con pochi o nessun episodio di otite media. È stata anche osservata una difficoltà a rilevare i cambiamenti nei suoni, indicativa della presenza di un deficit nei centri di elaborazione uditiva del cervello.

I risultati dello studio, che i ricercatori intendono proseguire e ampliare, sono un buon punto di partenza, secondo Nittrouer, per suggerire a genitori, medici e logopedisti di trattare tempestivamente, anche in maniera più aggressiva, le infezioni dell’orecchio nei bambini per impedire che nel tempo si verifichi un accumulo di liquidi potenzialmente dannoso per l’udito. 

Inoltre, sottolinea, è opportuno continuare a monitorare lo stato dell’orecchio nei bambini di età prescolare anche dopo molto tempo dalla fine dell’ultima infezione. Questo perché alcuni deficit nel linguaggio potrebbero manifestarsi più tardi con la crescita.

 

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L’udito dei bambini, specialmente nella fase dello sviluppo, è molto vulnerabile. Per questo è opportuno osservare attentamente i primi segnali e comportamenti che potrebbero indicare lo sviluppo di un’infezione o di altri disturbi, come l’otalgia, che potrebbero portare a complicazioni per la salute del bambino e conseguenze a livello di apprendimento e prestazioni scolastiche.

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